
La "teoria della bolla" può far ripartire lo sport? I primi piani su come riprendere e gestire il post-pandemia
Come e quando ripartirà il calcio? È la domanda che in questo momento si pongono davvero tutti: giocatori, allenatori, tifosi, società, leghe, federazioni, stakeholder. Se da un alto è più che logico bloccare tutto - fatta eccezione del campionato bielorusso - almeno fino alla fine della fase acuta della diffusione del coronavirus, dall'altro è innegabile che il calcio può dare a tutti quella botta di fiducia che aiuterebbe ad aumentare le speranze d'uscita da quelli che in tanti definiscono già "il momento di crisi più grande dal secondo dopoguerra".
Ci si interroga sul come e di riflesso anche sul quando, con federazioni e associazioni che provano a studiare le stime degli istituti sanitari, le previsioni e i numeri che riguardano i picchi della pandemia, che progettano piani che vanno dalla A alla Z pur di non perdere la stagione 2019-2020. L'imprevedibilità del virus, però, non rende semplicissime le strategie di un mondo, quello sportivo, che sta provando a rialzarsi. Ad oggi l'unica certezza è il lavoro delle leghe, che architettano e compongono puzzle per far sì che si possa tornare quanto prima, privilegiando sempre la salute su ogni altro interesse.
Le notizie arrivano da Brian Windhorst, penna più che affidabile di ESPN. Secondo il reporter americano, il progetto che porterebbe la National Basketball Association a riprendere le operazioni prevede la creazione di questa "bolla" in cui far giocare le squadre in una o al massimo due città, creando le condizioni di sicurezza necessarie. Mentre in Inghilterra c'è ancora un alone di mistero sul "dove", negli USA si ipotizzano già 3 possibili location per ripartire: la prima sarebbe Las Vegas, che è già sede della Summer League e già predisposta in termini di strutture con il Thomas & Mack Center, il Cox Pavilion e un eventuale campo da montare all'interno degli enormi alberghi della Strip, per avere tutte le squadre e gli addetti ai lavori sotto lo stesso tetto; la seconda opzione sono le Bahamas, con le strutture alberghiere e i resort che potrebbero trasformarsi in un'oasi per isolare tutti i coinvolti; la terza opzione è il Midwest - traslocando in toto in un campus universitario - una delle zone con meno casi di COVID-19 di tutti gli Stati Uniti.
Che sia la soluzione americana o la soluzione inglese quella in grado di fare da apripista per ritornare alla normalità, le precauzioni sono un obbligo e le condizioni di sicurezza saranno una priorità. Dagli uffici della Legacalcio, invece, non trapela nessun segnale. L'Italia è l'epicentro mondiale della diffusione in questo momento e le criticità da superare sono molto più imponenti rispetto alle altre nazioni. L'ipotesi cancellazione, stando anche alle dichiarazioni di alcuni presidenti di Serie A, non è da escludere.