
Come si sono evolute le sneakers in NBA? Un lungo viaggio attraverso le migliori signature shoes di sempre
Il debutto, in occasione dell’All Star Game, della prima signature shoe di Kawhi Leonard è stata solo l’ultima tappa del percorso che ha portato New Balance a ritagliarsi un ruolo significativo all’interno del mercato delle scarpe da basket. Un mercato che si riteneva già da tempo saturato dal duopolio Nike-adidas e che, invece, ha rivelato ulteriori margini di manovra.
Oggi la situazione è radicalmente mutata, non solo per quel che riguarda la pura dimensione estetica e creativa: anzi, da quel punto di vista sembra si stia virando verso un sostanziale appiattimento nella varietà e nell’innovazione dei modelli proposti. Ad essere diverso è il tipo di approccio che i marchi stanno avendo nel modo di rapportarsi ai cambiamenti imposti dal contesto socio-culturale. E per quanto adidas sia riuscita a reggere il confronto con Nike sul terreno del leverage degli atleti sotto contratto – Dwight Howard e Derrick Rose prima degli attuali James Harden, Damian Lillard e Trae Young –, oggi la scelta di puntare su una sola linea di calzature e su un numero ristretto di giocatori non appare così penalizzante. Tanto più che la competizione si è spostata fuori dal campo. E lì vince chi per primo e meglio riesce a intercettare le nuove tendenze per poi riprodurle in forma di scarpa: avere un James o un Curry per dimostrarlo è “soltanto” un valore aggiunto.