
L’arte dell’imperfezione secondo Tokyo James Il designer anglo-nigeriano ci parla di artigianato, di moda e della sua collaborazione con UGG
In un mondo che spesso insegue la perfezione, il designer anglo-nigeriano Tokyo James ha lanciato un potente messaggio durante la Milano Fashion Week SS25 con la sua collezione intitolata non casualmente Imperfection. Una collezione che partendo da memorie personali e dalle precise cognizioni sartoriali di James ha voluto rimettere in discussione l'idea stessa di perfezione intorno a cui la moda spesso si articola. La sua filosofia è semplice: «Non abbiamo un mondo perfetto, quindi perché dovremmo avere vestiti perfetti?» Questa convinzione è al centro del processo creativo di James, che sfida l'ossessione della moda per la precisione. «Penso che i vestiti debbano avere carattere, anche se sono un po' scuciti. Va bene così. Inseguire la perfezione è insostenibile e non è la cosa migliore per il nostro pianeta». Uno dei momenti chiave della sfilata è stata la collaborazione di James con UGG, che ha portato una nuova interpretazione del DNA del brand che già da diversi anni, stagione dopo stagione, decide di offrire il proprio supporto a un designer emergente diverso.
Il processo creativo di James non riguarda solo l'estetica, ma anche il promuovere connessioni e dialoghi. Ha riflettuto: «La moda è prevedibile. Dobbiamo tornare a ispirare le persone. Per tanto tempo abbiamo pensato di essere intoccabili. Ma abbiamo bisogno di tutti, come tutti hanno bisogno di noi. Abbiamo bisogno di un dialogo tra noi e il pubblico in generale, tra noi e gli operatori del settore. tra noi e i consumatori. I grandi marchi devono correre più rischi, devono essere aperti a più collaborazioni con le cose giuste». James, che sfila a Milano da otto stagioni, non è nuovo al mondo della sartoria. Tuttavia, il suo approccio è tutt'altro che convenzionale. «Milano è pulita, è sartorialità. Noi portiamo quella sartorialità, ma con qualcos'altro. L'essenza del nostro marchio è: ‘Come manipolare la sartoria per renderla più interessante?’» I suoi modelli riflettono la tensione tra struttura e creatività, trovando una quadra sempre nuova tra il suo amore per la precisione e il suo desiderio di spontaneità e individualità. Le sue creazioni si pongono in amorevole contrasto con le norme più antiche della moda milanese, dove, come dice James, «se non sapessi chi è il designer, potresti mettere tutti in una grande passerella e non riusciresti a distinguere chi è chi».
Mentre prosegue nel suo percorso che lo vede già trovare nuovi fan e sostenitori in Europa, in Asia e anche in Africa dove una larga base di clienti domanda anche servizi su misura, James rimane concentrato sull'espansione. Anche se l'apertura di nuovi negozi fisici è prevista, al momento si sta concentrando soprattutto sulla crescita online, cercando di rendere i suoi modelli accessibili a un pubblico globale. È chiaro che Tokyo James non sta solo creando vestiti, ma sta anche alimentando un dialogo più ampio sulla moda, l'identità e la sostenibilità. «L'umanità è la mia più grande ispirazione» dice, ricordandoci che dietro ogni cucitura, perla e imperfezione c'è una storia—una storia che celebra la bellezza dell'essere umano.