
C'è aria di novità alla Copenhagen Fashion Week SS24 In un'edizione colpita da vento e pioggia, i giovani designer guidano il cambiamento della moda scandinava
Sarà per il vento che soffia ininterrottamente o per il meteo impossibile da prevedere, ma alla Copenhagen Fashion Week c’è sicuramente aria di cambiamento. I quattro giorni di show (uno in più rispetto al solito) hanno evidenziato ancora una volta quanto già visto nell’ultimo periodo: il minimalismo scandinavo tanto caro in quelle latitudini sta lentamente lasciando il passo al nuovo. Un nuovo che ha tanti nomi, alcuni più conosciuti di altri. Dopo l’esordio della scorsa stagione, ad esempio, P.L.N. si è riconfermato come una delle realtà più interessanti del panorama danese virando, dopo una prima collezione dall'appeal commerciale, verso uno show dalle sfumature più concettuali che non tradiscono però lo spirito del brand (che intanto sta collaborando con Travis Scott).
La presenza del menswear in passerella è un altro dei temi centrali di questo processo di cambiamento della moda danese, che anche grazie a brand come Sunflower (protagonista di uno degli show migliori e delle collezioni più solide della Fashion Week) sta scoprendo una passione per la moda maschile fino ad oggi rimasta sopita. Passione che quando non si palesa in passerella lo fa attraverso nuove modalità che puntano sul valore della community, che si tratti di party come nel caso di (di)vision e Soulland, o pop-up ed eventi speciali, come per Heliot Emil, tornato nella sua città natale per inaugurare il suo nuovo store che fa da apripista a una serie di nuove aperture. Insomma, qualcosa sta cambiando alla Copenhagen Fashion Week in un processo che non lascia indifferente nemmeno Ganni. Forte della presenza di Paloma Elsesser in apertura al suo show, il brand ha raccontato una versione “cresciuta” della sua Ganni Girl che, pur mantenendo intatti i suoi tratti più classici, inizia ad entrare in una nuova fase della sua vita. «Anche i commessi stanno cambiando» mi dice una ragazza in uno degli store del brand, «adesso vedi molti più ragazzi tatuati lavorare per Ganni rispetto a tre anni fa». C’è aria di novità in Danimarca e noi non possiamo che esserne felici, pronti a scoprire in che direzione si muoverà la moda danese di domani.