
«Creare semplicità con complessità»: intervista a Songzio In occasione del suo show a Parigi, il designer coreano racconta sé stesso e il suo brand
C’è molta responsabilità nell’essere il fondatore e la forza creativa del brand di moda più grande di tutta la Corea del Sud – specialmente se il brand di cui parliamo, e cioè Songzio, è anche uno dei più storici presenti oggi nel paese. Jay Songzio, il suo fondatore, presidente e direttore creativo, però ha una visione molto chiara, anche dopo tanti anni: la sua filosofia di design consiste nel «rimanere fedele a me stesso e creare uno stile che mi rifletta e che, dunque, sia reale, naturale e autentico». Ma c’è di più: il brand principale dell’impero di Jay Songzio, quello che porta il suo nome e che vediamo sulle passerelle di Londra e Parigi, non è un semplice brand commerciale ma può essere descritto come avant-garde per il suo approccio così spiccatamente artistico al lavoro della sartoria – un approccio che nulla concede a trend di mercato o al fascino superficiale della fama fine a sé stessa per «guardare al di là di convenzioni e dei trend e provare a creare qualcosa di esclusivamente nostro». E dato che lo spirito creativo del brand non si adatta agli schemi imposti dall’industria, nuove ispirazioni o idee sono il frutto di un processo interiore, un ragionamento che tocca ogni volta le ragioni stesse del design: «Ogni anno e ogni stagione, scaviamo a fondo dentro noi stessi per esprimere, nella maniera più pura e creativa, chi siamo e la nostra idea di vera bellezza». Il risultato finale è l’apparente ossimoro di una «semplicità con complessità» o, in altre parole, una «figura audace, dai dettagli meticolosamente eseguiti».
Non bisogna pensare, però, che tutta questa introspezione e riflessione rappresenti un ripiegamento su se stessi. È vero che tanti brand avant-garde (specialmente in Europa) tendono a crogiolarsi nella propria nicchia culturale, sdegnando il contatto con il mondo esterno e lo stesso advertising – ma con tutta la sua carica artistica, la sua attenzione al dettaglio e anche le sue complessità concettuali Songzio rimane un brand vitale, che vuole comunicare e raccontare se stesso ma soprattutto che vuole interfacciarsi con il mondo intero. «Negli ultimi 30 anni siamo diventati un marchio di grandi dimensioni in Corea ma, come dicevo, questo è solo l'inizio», prosegue Jay Songzio. «Con tutto quello che siamo riusciti a realizzare in patria e con il costante desiderio di auto-evolverci, cercheremo di espandere il brand a livello internazionale aggressivamente. La Paris Fashion Week è solo il punto di partenza». In effetti il brand ha presentato tra Parigi e Londra con cadenza regolare negli ultimi anni, facendosi sempre più strada nel mercato occidentale (i suoi capi sono disponibili su Farfetch, ad esempio) ma questo sembra dover essere l’anno della svolta, quello in cui Jay Songzio diventerà una presenza fissa sull’orizzonte della moda occidentale.