I 10 migliori show di Raf Simons Ventisette anni da ricordare

A ripensare all’ultimo show di Raf Simons tenuto a Londra, agli abbracci elargiti dal designer al pubblico, al titolo Corps, Coda che richiamava i primissimi lavori del desginer (la serie di oggetti d’arredamento Korps) accompagnato dal termine musicale che indica la fine di una composizione, si poteva prevedere che sarebbe davvero l’ultimo show del designer belga nel senso di last e non di latest.  Citando se stesso, e specialmente la collezione SS08, Simons ha preso congedo da un pubblico adorante, non solo chiudendo il brand mentre possedeva ancora la propria rilevanza, ma anche impedendo implicitamente che il suo storico marchio facesse la stessa fine di quelli dei suoi maestri spirituali, Lang e Margiela, la cui vita è proseguita senza i loro creatori. E se molti presumono che la chiusura del brand e il passaggio a tempo pieno da Prada lasci intendere un prossimo congedo di Miuccia Prada delle scene (circostanza di cui si chiacchiera molto ma per cui non siamo ancora spiritualmente pronti, a essere onesti), la chiusura dell’arco narrativo di Raf Simons, uno dei designer più influenti della storia della moda, ci obbliga a ripercorrerne gli highlight, i momenti migliori. 

Ecco dunque i 10 migliori show della carriera di Raf Simons

SS98 "Black Palms"

Dopo le felpe stampate, i sinistri collegiali americani, i gabber olandesi e gli sfacciati adolescenti inglesi, Simons parve guardare al futuro con questa collezione, immaginando un nuovo tipo di uniforme formale, ma aggiornandola per un’epoca che non era ancora arrivata. Militaristica, pulita, essenziale eppure foriera di svolte signficative (i cappotti che appaiono rivoltati o i puffer a forma di lunghi caban, ma anche le giacche tagliate sopra la vita e l’abbinamento di maglieria iper-aderente con i pantaloni larghissimi) questa collezione possiede forse meno segni distintivi delle altre ma fece tutto con precisione, un’esecuzione netta e quasi matematica che doveva avere molti elementi personali. Non è un caso se, anni dopo, Simons usò il nome di questa collezione per la sua piattaforma digitale multi-disciplinare dedicata alla curation del suo stesso archivio.

FW14

Devastante collezione di Simons, Youth in Motion fu, per dirla in termini semplici, bellissima. I modelli camminavano attraverso rigogliose esplosioni di fiori e bottiglie di Côtes du Rhône, calici vuoti, opulenti cesti d’uva, dolci e cioccolata che richiamavano atmosfere decadenti, estenuate e funebri che mescolavano la natura morta fiamminga, la devastazione di un after party dopo che la casa si è svuotata e anche, per alcuni versi, il celebre Unplugged dei Nirvana. I rimandi a Christiane F., la sublimazione del processo di decostruzione-ricostruzione, l’uso delle grafiche e alla copertina dell’opera teatrale Drugs di Cookie Miller e Glenn O'Brien corrompono e sovvertono l’opulenza della moda di lusso portandola a dialogare con una controcultura tanto scomoda quanto presente.