
Tutto quello che c'è da sapere sul Belt Layering E sul perché due cinture sono meglio di una
Nell'era della volatilità dei trend, il revival Y2K si sta rivelando decisamente duro a morire. Che ci piaccia o no, i feed instagram e gli e-shop dei brand sono inondati da tank top mini, occhiali a fascia, accessori glitterati, tanga che svettano dall'orlo di micro gonne. Ma il vero protagonista delle scorse passerelle è un accessorio che non ci fa pensare istintivamente alle mode dello scorso decennio, eppure nelle sue declinazioni più chunky è vistose, è parte integrante dell’immaginario y2k. Le cinture hanno dominato le scorse passerelle nelle forme più svariate: dagli abiti di Margieliana memoria interamente realizzati in sottili strisce di cuoio per la Couture Balenciaga, alle fasce gioiello strette in vita di JPG, passando per l'ormai intramontabile versione lettering di Y-project (I love sex si legge sulla fibbia). Ma tra i vari modi di indossare la cintura ce n’è uno che sta riscuotendo particolare successo e che allo stesso tempo sa di deja-vu, catapultandoci ad un passato piuttosto recente, il belt layering.
Tre anni dopo il belt layering domina l'ultima campagna AW22 di Miu Miu, in cui le celeberrime micro gonne del brand si arricchiscono di doppie cinture sui corpi statuari della santa trinità della celebrity culture: Emily Ratajkowski, Sydney Sweeney ed Emma Corrin. Gonne da tennis bianche, maglioni Argyle, ballerine e scaldamuscoli ma anche bomber da aviatore in shearling, boxer, giacche di pelle upcycled e stivali e cinture con fibbie multiple, in un upgrade dell’estetica tom boy. Con il belt layering il look business casual incontra l’y2k in un risultato finale che parla di Avril Lavigne e della sottocultura emo degli anni ‘10 e allo stesso tempo racconta la raffinatezza di un outfit che può essere sfoggiato con disinvoltura in ufficio, grazie ad un massimalismo contenuto in grado di conquistare tutti.