Dentro il surreale backstage dell'ultimo show di JW Anderson Outfit pazzeschi, quadri di Rembrandt e tabagismo

Jonathan Anderson è un uomo imponente, credo sfiori il metro e novanta, eppure si muoveva tra il backstage e la passerella della sua sfilata con levità, distribuendo sorrisi e indicazioni con voce gentile e ferma ai collaboratori che lo circondavano. Alcuni di loro si occupavano del PR e stavano passando in rassegna le sedie che correvano lungo la passerella serpentina, verificando l’esattezza della disposizione dei segnaposto. Altri andavano incessanti avanti e indietro, con in mano fogli e fogliettini e parlando attraverso auricolari neri: liste di look, di nomi, di sample. Fa un po’ impressione pensare a quanta importanza conservino ancora i fogli volanti in molti backstage di sfilate, dove la memoria e l’organizzazione dei look sono tutti affidati a risme di carta stampata ed elenchi di nomi. La prima cosa che si nota di un backstage sono i dettagli mondani: elastici, forcine, bottigliette d'acqua, fili dei caricatori, asciugacapelli. Una serie di oggetti banali che sembrano del tutto contrapposti allo spettacolo della moda e del lusso - e che invece ne costituiscono i mattoni essenziali. La location della sfilata è una ex-fabbrica dall’aria diroccata, che svuotata dai suoi macchinari e dominata dal silenzio alacre di tecnici, operai, team di design e via dicendo, pare quasi una chiesa. Non è una messa, però quella che si viene a celebrare qui - solo uno degli appuntamenti più attesi della Milano Fashion Week.

Dato il mio amore per i punti di vista privilegiati e un poco nascosti, chiedo a Pascal Moscheni di guardare lo show dall’alto della sua consolle. Davanti a noi si para un muro di fotografi e i modelli che sfilano durante lo show paiono quasi piccoli e lontani. Il resto dello staff in consolle si sventola per il gran caldo finché tutti i modelli non escono insieme e Jonathan fa il suo breve saluto. Dopo di che tutti gli ospiti escono, trattenendosi a chiacchierare a piccoli gruppi, mentre la stampa corre all’ingresso del backstage a raccogliere gli statement di Jonathan che, vuole il caso, io arrivo troppo tardi per sentire. Nel backstage Jebi Labemika, con indosso dei favolosi occhiali da sole e un paio di stivali da cowboy, scatta foto al backstage evidentemente divertito. Poco fuori dal backstage, Jonathan si fa foto con Emily Ratajkowski e Anna dello Russo, che poi si allontanano dalla piccola folla dei fotografi per parlare tra loro. Fuori, una distesa di influencer, editor e modelli continua a circolare – esondando lentamente sulla strada, dove macchine nere passano a raccoglierli per portarli al prossimo show. La frase più ripetuta della serata rimane, in una dozzina di lingue diverse: «Ci vediamo stasera al party?» La risposta è immancabile: «Sì, certo. Se sopravvivo alla cena»