
Il mondo degli skater californiani secondo Dior e Eli Russell Linnetz Ieri Kim Jones e il designer di Venice Beach hanno esplorato il concetto di California Couture
Il vibe estivo e ipersaturo di Venice Beach, le silhouette oversize del pop-punk dei primi 2000, le strade gentrificate di Dogtown e il lungomare popolato da skater, hippies, surfisti e ogni genere di avventuriere con la pelle bruciata dal sole – era questo immaginario che Kim Jones voleva iniettare nella sua collezione SS23 di Dior Homme, per cui ha chiamato come guest designer il cool kids di tutti i cool kids: il lanciatissimo Eli Russell Linnetz che, dopo aver mietuto una serie di successi collaborando con alcuni dei migliori creativi della scena contemporanea e dopo aver visto diventare virale la fama delle sue creazioni negli ultimi anni, ha sbancato ora nel mainstream con la capsule co-disegnata con il brand. A Jones l’estetica di Linnetz e del suo ERL doveva piacere parecchio considerato come Linnetz sia uno dei finalisti dell’LVMH Prize di cui Jones è giurato e il cui vincitore sarà annunciato a giugno. Non di meno, la riuscita della collezione è fuori discussione, con i linguaggi dei due brand che si sono mescolati senza apparente soluzione di continuità ripescando un lato di Dior, quello degli anni ’90, con reference all’epoca di Gianfranco Ferrè e alla sua couture troppo spesso dimenticata.
A prescindere dal linguaggio e dallo scenario con cui Jones ha voluto rileggere l’heritage di Dior in questa stagione, esplorandolo attraverso le diverse sensibilità dei vari guest designer, rimane straordinaria la capacità che il designer ha di concentrarsi sul prodotto, di produrre item collegati dalla sua sensibilità comune, così equilibrata tra quotidiano e lusso, senza perdersi in stravaganze ma nemmeno senza fossilizzarsi mai. Ma soprattutto tenendo a mente che la moda non è una cosa astratta ma, anzi, assai solida, concreta, calata in una realtà dove il pubblico può apprezzarla e non perduta in chissà che remoto e fantasioso pianeta.