
La storia delle Rep-Ladies, le ricche donne di New York a caccia di Birkin false Quando comprare i fake diventa un'ossessione
Che il costo di un prodotto di lusso sia il principale motivo di distacco da parte del consumatore medio, e che allo stesso tempo ne costituisca il fascino agli occhi di chi non può permetterselo, non è un mistero. D’altronde, quello dell’esclusività è il concetto su cui è fondato l’intero funzionamento della moda. In equilibrio tra auto-determinazione e desiderio di accettazione, c’è chi ha deciso che non è necessario vestirsi di firme per vedere apprezzato (e apprezzare personalmente) il proprio abbigliamento e c’è chi, come un gruppo di ricche Millenial newyorkesi iscritte a Reddit, non ha potuto resistere alla tentazione di comprare un capo o un accessorio contraffatto. Si chiamano Rep-Ladies e il loro caso ci dice che le cose sono cambiate a tal punto che, scoprendo le dinamiche che le legano, si ha come l’impressione che le borse false nell’Upper East Side siano più desiderate di quelle vere.
Qualora si volesse localizzare un rivenditore, per sanzionarli piuttosto che per sapere in quali condizioni vengono prodotti i falsi, non sarebbe semplice. Quel che è certo è che il modello industriale su cui si basa il funzionamento delle fabbriche cinesi è tendenzialmente basato sullo sfruttamento della manodopera sia sul piano economico sia sul lato umano, come ricordano anche molti lettori di The Cut nei commenti. Ammesso che alcuni clienti riescano a informarsi e a stabilire delle comunicazioni dirette con operai e venditori, la contraffazione è ancora illegale, negli USA come in Europa. Che non possiate permettervi una Birkin di Hermès o che, come le Rep-Lady, vogliate solo provare il brivido degli affari, è giusto comprare prodotti contraffatti se non è detto che i lavoratori vengano pagati sufficientemente e se è molto probabile che i loro diritti non vengano rispettati?