
I nightclubber di Hedi Slimane nella collezione FW22 di Celine Il dress code delle notti parigine: cuoio, occhiali neri e brillanti
«You’re my favorite thing», canta ossessivamente l’artista indie-punk svedese Shitkid, accompagnando la lunga sfilata Celine FW22 che si svolge sulla venerata passerella de L’Olympia – storico locale di concerti parigino aperto nel 1893 e che nel tempo ha ospitato i migliori cantanti della storia, da Billie Holiday a David Bowie. Il clubbing, la scena glam, il punk sfumato dall’estetica degli anni ‘80: questi sono stati tutti i punti toccati dall’ultimo show di Hedi Slimane intitolato Boy Doll, che ha rappresentato un ritorno alla familiarità e al mondo parigino per il designer francese dopo i vari detour a Le Castellet, ai castelli di Chambord e Vaux-le-Vicomte, Monaco e Nizza.
A essere rimasto come eredità delle collezioni di Slimane dell’era pandemica sono poi le collaborazioni con artisti visivi, che quest’anno hanno incluso artisti come Banks Violette, Ed Broner, Hate Paste, Sharada Tolton, Steve Reinke, Tommy Coleman, Viandeblueue e Jade Montserrat – anche se forse l’eredità più importante è l’evoluzione della tipica silhouette slimaniana che diventa più morbida, con pantaloni più dritti e meno aderenti e linee più avvolgenti. Rispetto a The Dancing Kid, Teen Knight Poem e Cosmic Cruiser, la fantasmagoria di grafiche e fantasie, oltre che di loghi grafici, è stata molto editata, ristretta a una serie di versatili archetipi essenziali, producendo dunque un senso di maggiore struttura e sobrietà su cui poi sono state eseguite variazioni glam-punk come gli stivali platform, il look total gold del finale o le pellicce glitterate.