Perchè il metodo collaborativo di Jean-Paul Gaultier funziona così bene Anatomia di un progetto che ha riportato in vita un intero archivio

La settimana dell’Haute Couture che si è conclusa giovedì scorso a Parigi è stata l’ennesima prova di come la pandemia abbia cambiato la moda. Tra restrizioni e un lockdown che più che una misura straordinaria è diventato un sentimento interiorizzato, hanno messo in discussione il nostro modo di intendere il lusso e le nostre occasioni per sfoggiarlo. E quale simbolo più calzante quando si parla di lusso della Haute Couture? Ricami a mano, strascichi chilometrici e passerelle scenografiche hanno lasciato spazio (in parte) alla normalizzazione dello sfarzo. Se Chanel ha puntato sulla semplicità, Daniel Roseberry di Schiaparelli, ha optato per silhouette rigorose e semi-monastiche nella scelta dei colori, eppure forse il mix più riuscito tra passato e presente, tra alto e basso, è stata l’interpretazione dell’archivio di Jean Paul Gaultier da parte di Glenn Martens in un tripudio di corsetti e fantasie marinare dalle atmosfere teatrali, che, anche al culmine dell’eccesso, prestava un'enfasi quasi provocatoria alla normalità.

Jean Paul Gaultier Haute Couture 2022
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2022
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2022
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2022
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2022
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2022
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2022
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2022
Jean Paul Gaultier "Les Marins" campaign 2021
Jean Paul Gaultier "Les Marins" campaign 2021
Jean Paul Gaultier "Les Marins" campaign 2021
Jean Paul Gaultier "Les Marins" campaign 2021
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2021
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2021
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2021
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2021
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2021
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2021
Jean Paul Gaultier Haute Couture 2021

Un’iniziativa che ha dunque coinvolto ogni ambito del consumo targato Gaultier e che ha contribuito ad una nuova età dell’oro per l’archivio del brand. Secondo Vestiare Collective, infatti, nello stesso anno le ricerche per i capi delle collezioni passate sono aumentate del 570% e le vendite per primo trimestre del 2020 segnalano +30% grazie anche alle numerose celebrities che hanno indossano abiti vintage firmati Gaultier, tra cui Kendall Jenner, Dua lipa, Kim Kardashian, Bella Hadid e FKA Twigs. Un modello di mentorship che possiede un legame di parentela con le altre e diverse iniziative di mentorship nel mondo della moda: dalla notissima vicenda di Virgil Abloh con Samuel Ross e Heron Preston fino ai designer come Ujoh e Yoshio Kubo ospitati in varie occasioni da Giorgio Armani per la Milan Fashion Week, passando per la capsule co-firmata da Alessandro Dell’Acqua e Nensi Dojaka e per il social media support che Pierpaolo Piccioli di Valentino ha accordato a Marco Rambaldi. A distinguere il metodo Gaultier è un programma di partnership redditizia per entrambe le parti che ha reso un brand storico come Gaultier noto e amato dalla Gen Z e allo stesso tempo ha incoronato i talenti emergenti più promettenti del fashion system.