
"La mia formazione arriva dai club ": la storia di County of Milan, raccontata da Marcelo Burlon Abbiamo parlato col designer argentino della sua nuova biografia pubblicata da Rizzoli
«Ho iniziato a lavorare nei club nel 1992, a 15 anni. Mi sono sempre rivolto ad un pubblico underground, di nicchia. La mia formazione arriva dalle piste dei club della Riviera Romagnola, tra ecstasy e house music. Quindi County of Milan è anche quello ma tanto altro. Tutte le esperienze vissute in questi anni sono diventate County»
La storia di Marcelo Burlon e quella del suo brand County of Milan è in effetti molto diversa da quella dei designer di moda tradizionali. Sullo sfondo c'è la Milano di fine anni 90 inizio duemila, dove designer, modelle, creativi, spacciatori, stilisti e persone normali si incontravano sulle piste dei club creando una nuova base culturale condivisa da cui nacque lo streetwear. Alla porta di uno di questi club - I magazzini Generali - c'era anche un giovane ragazzo di origine argentine Marcelo che da lì a poco sarebbe diventato una delle figure chiave della rivoluzione sistemica che ha cambiato per sempre l'industria della moda. In questo contesto nasce Marcelo Burlon: County of Milan, un brand che ha dettato l'estetica degli anni 10 italiani e ha intuito trend - come le collabo o la relazione con la musica trap - prima degli altri.
A distanza di quasi vent'anni e dopo un clamoroso successo commerciale, Marcelo immagina il suo futuro diversamente: "vendendo verdure raccolte nel mio orto nelle stradine di campagna di Ibiza" e ha deciso di ripercorre questa incredibile e poco celebrata storia italiana nel libro Marcelo Burlon: County of Milan Confidential, scritto da Angelo Flaccavento con design e direzione artistica di MACSIOTTI.
Insieme alla storia di Marcelo, è presente anche la storia dei soci, collaboratori e amici: da Claudio Antonioli e Davide de Giglio fino a Ivano Atzori - tutti i protagonisti di quel New Guards Group che è «andato contro il sistema stesso, ribaltando le loro regole e creandone di nuove» dice Marcelo. Oggi il futuro del sistema moda sia italiano che mondiale sembra reggersi sempre più sui rapporti di forza tra i grandi conglomerati e le opportunità per i brand indipendenti sembrano sempre più rare.