Il dialogo fra arte e Haute Couture di Valentino a Venezia Per la collezione Des Ateliers, Pierpaolo Piccioli ha invitato 17 artisti a collaborare alla creazione dei look

È andata in scena ieri la collezione Haute Couture FW22 di Valentino, intitolata Valentino Des Ateliers. Lo show si è tenuto a Venezia sulle Gaggiandre dell'Arsenale di Venezia, due imponenti tettoie acquatiche, con all'interno un ampio molo, realizzate nel '500. L'Arsenale era il più vasto centro produttivo di Venezia nell'era preindustriale e oggi è diventato la location delle Esposizioni Internazionali di Arte e Architettura oltre che dei Festival Internazionali di Danza, Musica e Teatro della Biennale di Venezia. Proprio nel contesto di quest'ultima Pierpaolo Piccioli ha voluto presentare una collezione Couture che si è chiesta la domanda non scontata di come arte e Haute Couture possano dialogare. Diciassette pittori sono infatti intervenuti nella creazione della collezione, ciascuno portando il proprio bagaglio estetico-iconografico a uno dei look. Ecco cosa ha detto Piccioli:

La Moda non è 'arte', perché quest'ultima basta a se stessa mentre la prima ha sempre uno scopo, una funzione, un utilizzo. Riconoscere le differenze è il primo passo per istruire un ascolto reciproco, fatto di curiosità, entusiasmo e rispetto. 

L'elemento sicuramente più notevole è la maniera in cui si è strutturato il processo di collaborazione: circolare nei metodi, in quanto i design degli abiti sono stati ispirati da opere di artisti che a loro volta, coinvolti nel processo creativo, hanno dovuto ispirarsi al savoir faire degli atelier del brand per tradurre sulla stoffa la propria arte; ma anche simbolica di una concezione "aperta" della moda Couture che, piuttosto che arroccarsi sul senso della propria importanza, entra invece in un dialogo proficuo con la cultura artistica di oggi stabilendo un nuovo linguaggio trasversale e collaborativo che evidenzia il nuovo ruolo culturale, e non solo comunicativo, che i brand di moda stanno assumendo sempre di più.