
Come è andata la Milan Fashion Week Women’s FW21 Tiriamo le somme della settimana appena trascorsa
L’edizione della Milan Fashion Week Women’s FW21 appena conclusasi è stata, nonostante la forzata continuazione del format digitale, un momento di forte ripresa per la moda milanese che, dopo una fashion week maschile priva di grande mordente, ha ricominciato a dividere, appassionare e far discutere – tutti inequivocabili segnali di vita per un’industria creativa che non può permettersi di tergiversare. La mancanza di alcuni dei brand più illustri e famosi, su tutti Gucci, Bottega Veneta e Versace, ha lasciato spazio nel calendario anche a show meno vistosi ma non per questo meno meritevoli d’attenzione. L’attenzione del pubblico è stata catalizzata da momenti come il debutto di Kim Jones nel prêt-à-porter di Fendi, la seconda collezione femminile di Raf e Miuccia e il raffinato show di Valentino al Piccolo Teatro di Milano ma non sono mancati ottimi debutti, presentazioni digitali innovative e svolte tanto impreviste quanto sorprendenti.
I big player
In generale, comunque, questa edizione della Milan Fashion Week Women’s ha rivelato che, lockdown o meno, le energie creative di Milano non sono disposte a soccombere, anzi, sono forse più gagliarde di prima. È forse il format digitale che merita una riflessione di chiusura: negli ultimi show, la sfilata virtuale si è rivelata essere un mezzo molto espressivo e aperto a contaminazioni creative di ogni sorta, allo stesso tempo l’equilibrio perfetto fra collezioni vere e proprie e lo storytelling delle stesse non è stato ancora raggiunto. Il format digitale, però, ha dato a tutti i membri della stampa di osservare le collezioni femminili a proprio agio, riuscendo ad apprezzare anche quelle di brand esordienti o meno hype senza il solito caos che, nella frenesia delle presentazioni, spesso finisce per far emergere solo quelli show di alto profilo che pochi player sulla scena milanese possono permettersi.