Storia ed evoluzione del check E una shopping guide per aggiungere un capo senza tempo al proprio guardaroba invernale

Tradizionale per i clan scozzesi, sovversivo per Vivienne Westwood, iconico per Burberry, classico intramontabile soprattutto in inverno, il cosiddetto pattern quadrettato, o check, termine rubato al gioco degli scacchi, è tornato ancora una volta.

Come le origini inglesi dei brand che ne hanno fatto il proprio leitmotiv, il check, o meglio il tartan, vede l’inizio della sua storia in Scozia. Le infinite combinazioni della trama e dell’ordito di questo tessuto in lana, davano vita ai colori dei clan che componevano la società scozzese del XVI secolo, e ai loro tradizionali kilt. Diventata la divisa delle occasioni ufficiali sotto il regno di re Giorgio IV nel 1822, nessuno poteva immaginare quanta strada avrebbe fatto.

Check e tartan

Ma qual è la differenza tra tartan e check? Con il termine check si tende a generalizzare tutti i tessuti composti da una griglia di colori. In realtà il tartan è caratterizzato da più bande orizzontali e verticali che incrociandosi danno l’impressione di creare altre combinazioni di colori. Mentre il check è composto da sole due strisce di colori alternati, creando un effetto "a scacchiera". Il check stesso ha altre tre varianti, molto diffuse ma meno conosciute coi loro giusti nomi, come il Gingham (o Vichy), il Windowpane (due linee sottili che incrociandosi creano delle grosse finestre) e il Buffalo (le cui due linee incrociandosi creano dei giochi di pieni e vuoti tra le linee). Quest’ultimo, specialmente in rosso e nero o bianco e nero, è spesso utilizzato dal brand di outerwear Woolrich. Potrebbe aggiungersi a questa grande famiglia anche il Principe di Galles, l’incrocio di più linee di pied-de-poule.