Addio ai jeans con le toppe di Jeckerson Il brand italiano dichiara fallimento

UPDATE 11/12/2020: Dopo la notizia di quella che sembrava la fine per Jeckerson, arrivano importanti aggiornamenti da C&S, principale licenziataria del marchio per l'Italia e l'Europa. Secondo quanto riferito infatti la situazione attuale non avrà alcuna ripercussione sulla produzione e distribuzione dei capi del brand per questa e future stagioni. “Quella che ci lega a Jeckerson è una storia di eccellenza iniziata tanto tempo fa” ha dichiarato il gruppo. “Ci occupiamo delle loro collezioni da più di 15 anni, da ben prima di diventare licenziatari del marchio. Oggi come allora, il nostro impegno è volto alla valorizzazione di tutto il patrimonio di qualità e di stile che da sempre caratterizza il brand”.

Dopo Rifle, la crisi da pandemia miete un'altra vittima illustre dell'abbigliamento italiano. L'11 novembre il Tribunale di Bologna ha infatti dichiarato il fallimento di Jeckerson, il brand creato nel 1995 dai fratelli Chionna e controllato dal 2008 dal fondo inglese Stirling Square Capital Partners, che aveva chiuso il 2019 con una perdita di 4 miliardi.

Scompare così uno dei brand più iconici degli anni 2000, con venti negozi sparsi in tutta Italia e un marchio al momento in cerca di un nuovo acquirente. Siamo davanti all'ennesima vittima di un sistema moda che sembra non perdonare chiunque rimanga indietro, legato eccessivamente a un'idea del passato e incapace di proiettarsi davvero nel futuro. Il brand dei fratelli Chionna rimane legato a un'immaginario dei primi anni 2000 in cui lo stile accessivo e appariscente dell'epoca fatto di occhiali a mascherina e bomber smanicati trovava pane per i suoi denti nelle celebri tasche variopinte dei jeans Jeckerson. Uno stile inconfondibile, che si lega indissolubilmente a quell'insieme di brand spesso Made in Italy che facevano capolino negli outfit in una moda quasi innocente e primordiale rappresentata dai coatti romani o i tamarri milanesi.