
Il declino di Topshop e la fine del sogno 'high street' Il brand simbolo dell'estetica Brit anni Duemila rischia il fallimento
Alla lunga lista di brand colpiti in modo irreparabile dalla pandemia, in particolare tra quelli appartenenti al settore fast fashion, si aggiunge ora Topshop. Arcadia Group, la società madre del brand fondata e guidata da Philip Green, che possiede tra gli altri anche Topman, Miss Selfridge, Dorothy Perkins, Evans e Burton, lunedì scorso è entrata in quella che viene definita administration, è stata cioè commissariata. I brand dell’azienda continueranno ad operare in attesa di un compratore e sarà l’azienda Deloitte a supervisionare questo periodo di transizione.
Non si tratta certo di una notizia improvvisa e inaspettata, perché come altri brand del settore, primo fra tutti H&M, Topshop versava in cattive acque da ben prima della pandemia. Per certi versi, però, quello di Topshop rappresenta un declino ancora più eclatante e drammatico, perché con esso finisce anche il vero momento d'oro della moda high street, che aveva colmato quel vuoto tra fast fashion più cheap e prêt-à-porter, trovando una posizione intermedia che permettesse ad una grande massa di consumatori di avvicinarsi alla moda con prodotti cool e di successo. Soprattutto dall'inizio degli anni Duemila e per il decennio successivo, Topshop era il brand più cool del Regno Unito - e di riflesso del mondo: sfilava due volte l'anno durante la London Fashion Week con la linea Topshop Unique (l'ultimo show si è tenuto nel 2017); organizzava party ed eventi esclusivi con le celeb più in vista della scena, da Alexa Chung a Cara Delevigne; Kate Moss firmava una collezione continuativa con Topshop e il brand aveva realizzato capsule con designer al tempo emergenti, come Christopher Kane e JW Anderson.
Il commissariamento mette in ogni caso a rischio oltre 13mila posti di lavoro e la possibile chiusura di 400 store. Sembra comunque che ci siano già dei possibili acquirenti, interessati in particolare a Topshop e Topman, i brand con l'heritage più forte e ancora con una grande riconoscibilità, che potrebbero essere completamente snaturati e ristrutturati dopo l'acquisizione. Tra gli acquirenti interessati ci sarebbe lo stesso Boohoo Group, gigante del fast fashion online UK, che in un certo senso rappresenta l'evoluzione 2.0 delle ambizioni e dell'estetica di Topshop. Secondo molti analisti, se Topshop e tutti i brand del gruppo non riuscissero ad evitare il fallimento, Arcadia diventerebbe il più imponente caso di corporate collapse in Gran Bretagna ai tempi della pandemia.