Cos’è la Green Machine della H&M Foundation Un nuovo passo verso la circolarità nella moda

L’industria della moda ha un problema con i cosiddetti poly-cotton blends, ossia quei tessuti misti di poliestere e cotone le cui fibre, una volta unite, difficilmente sono separabili e dunque riciclabili. Un problema che potrebbe essere risolto con la Green Machine della H&M Foundation, una tecnologia sviluppata dal brand svedese nel corso di quattro anni in partnership con l’Hong Kong Research Institute of Textiles and Apparel. I primi risultati di questa nuova tecnologia dovrebbero apparire presto in quanto Monki, brand sussidiario di H&M, sta per presentare la prima collezione limited-edition realizzata con fibre riciclate e pienamente riciclabile a sua volta. 

Il sistema non è però ancora perfetto: il poliestere riciclato rilascia ancora micofibre nell’acqua e non può recuperare materiali al di fuori di poliestere e cotone. Inoltre, come spiega Erik Bang, Innovation Lead alla H&M Foundation, non si arriverà presto a soluzioni definitive se l’intera industria non adotterà questa tecnologia – che è anche il motivo per cui l’uso della Green Machine sarà ceduto in licenza ad altre aziende che vorranno usarlo. Bang ha anche parlato del problema della sovrapproduzione, senza scendere in dettagli, ma notando che la produzione è commisurata a una popolazione mondiale in continua crescita.

In ogni caso, il progetto si inserisce nei tentativi del gruppo H&M di dotarsi di prassi e materiali il più possibile sostenibili, in un piano più ampio che vuole portare i gruppi del brand fuori da una crisi che dura ormai da qualche anno.