
"Made in Puglia": la sartoria moderna della collezione FW20 di LC23 Il founder del brand racconta del suo completo ideale, dei tramonti in Puglia e del rapporto tra tradizione e innovazione
Quella di LC23 è una storia esemplare. Mentre molti altri creativi partono dalla provincia e avviano il proprio brand in una delle città della moda italiane, Leonardo Colacicco non ha voluto scendere a compromessi e ha basato il proprio brand nel paese natale di Gioia del Colle, in provincia di Bari, articolando tutte le varie fasi della produzione sul territorio locale. Il rischio principale di una simile operazione è ovviamente quello di restare limitati al proprio ambito territoriale, cosa che però non è avvenuta con LC23 che, a partire dalla propria base in Puglia, è giunto a dialogare con realtà dello sportswear internazionale come Puma, Le Coq Sportif, Diadora e Converse. Nel corso dei suoi dieci anni di vita, il brand è riuscito a trovare un proprio equilibrio estetico a metà fra una sartoria di alto livello ma dai volumi rilassati e uno streetwear vivace e ispirato. Il miglior esempio di questo equilibrio è la recente collezione FW20 di LC23 che porta a compimento tutti i progressi maturati da Colacicco come creative director di un brand indipendente negli ultimi anni.
Qual credi che sia il principale ostacolo al successo di un brand che opera nel Sud Italia e quale invece il principale vantaggio?
L’ostacolo principale è sicuramente il fatto di non poter contare su tutte le connection che si potrebbero avere vivendo per esempio a Milano o in altre città europee – una cosa importantissima in quest’industria. Io ho la fortuna di aver creato mantenuto molti contatti nel settore che mi consentono di gestire tanti processi anche a distanza. Il vantaggio di vivere a Sud, e soprattutto in Puglia, è sicuramente il fatto di poter contare su una qualità della vita sicuramente migliore di altre parti di Italia e del mondo. Secondo vantaggio, non meno importante, è sicuramente il fatto di avere proprio qui in Puglia tanti laboratori con un know-how elevatissimo, che hanno le capacità di produrre capi di qualità eccezionale. Non a caso tante prime linee sono prodotte in Puglia.
Come definiresti il tuo approccio al design? Cosa ti ispira e quali sono le tappe del tuo processo creativo?
Per me l’ ispirazione è ovunque: dal nonnino che passeggia per la piazza del paese con il suo abito anni 50, al pavimento della casa in campagna, ai colori di un tramonto sul mare. Come ho detto prima, ho la fortuna di vivere in una delle terre più belle al mondo e ne traggo benefici ogni giorno che passa. Un’idea apparentemente stupida può diventare il fulcro di una collezione intera, gestisco tutti i processi da solo, dalla creazione alla produzione delle collezioni e ho imparato bene quanto da una cosa apparentemente senza senso, possa uscir fuori un capo davvero importante.
Il tema visivo della collezione SS20 è stato La Pantera Rosa, quello della FW20 saranno gli emoji. Qual è il rapporto di LC23 con la cultura pop?
Ho sempre avuto la passione per il mondo dei cartoons in generale e ho spesso utilizzato queste licenze che mi hanno permesso di inserire in collezione capi con un sapore più pop e (perché no) mi hanno permesso anche di divertirmi parecchio, consentendomi di entrare in archivi fotografici pazzeschi con migliaia di immagini che mi facevano tornare indietro nel tempo.
Al di là delle grafiche, LC23 è anche un brand che si occupa di sartoria. Come definiresti il tuo completo da uomo ideale?
Direi che è un abito classico ma dal sapore moderno: con un fit della giacca modificato, un pantalone morbido nei volumi e dettagli come con doppia pence, gamba larga e fondo largo. Se LC23 è un brand di alta sartoria è anche perché ho avuto la possibilità di collaborare con laboratori che lavorano da generazioni per i più grandi fashion brand. Questo mi ha permesso di far apprezzare l’abito anche a persone che dicevano che non l’avrebbero mai indossato nella loro vita, o a ragazzini che in occasione delle loro prime feste con gli amici hanno cominciato a capire che forse è meglio un abito rispetto ad un jeans con una camicia. Il mio completo ideale è quello che ormai propongo da tre o quattro anni a questa parte, magari metà di un colore, metà di un altro oppure metà a righe, metà a quadri oppure un classico gessato.
Quali sono i capi che preferisci della nuova collezione FW20?
Credo che questa FW20 sia la mia collezione più riuscita e mi sembra anche la mia collezione più matura - questa è la mia soddisfazione più grande. La mia parte preferita della collezione è l’outerwear: specialmente il piumino trasparente con imbottitura in cashmere riciclato, ma anche le giacche in faux-fur stampate, le giacche-camicie in flanella trapuntata. Anche completi e maglieria sono particolarmente belle. Direi che mi piace quasi tutto!