Il revenge spending farà ripartire il mercato del lusso? La Cina è tornata a spendere più di prima dopo la riapertura, non è detto che lo stesso accadrà anche in Europa

Secondo un report di WWD, nella sola giornata di sabato scorso, in uno dei primissimi giorni dopo la riapertura, la boutique di Hermès di Guangzhou ha fatturato un totale di 2,7 milioni di dollari. Una cifra molto alta anche rispetto ai normali standard, che ha aperto la discussione su come il mercato del lusso e i suoi consumatori reagiranno alla fine del lockdown.
Dopo che nel 2003 l’epidemia di SARS in Cina aveva causato un simile periodo di calo nelle vendite, la fine dell’epidemia vide il pubblico spendere assai più di prima - un fenomeno denominato revenge spending che si verifica quando un consumatore, dopo un momento di risparmio forzato, spende “per vendetta” più del normale. Molte società di consulenza stanno già cercando di analizzare i primi dati emersi dalla riapertura cinese per pronosticare se il revenge spending sarà il comportamento dominante anche in occidente per ridare fiato ad un’industria che rischia di pagare un prezzo molto alto. Gli esperti hanno opinioni discordanti sul comportamento dei consumatori post crisi: alcuni credono che non cambierà niente altri sostengono che la crisi sarà uno shock psicologico notevole e cambierà radicalmente i drive nello shopping del lusso. 

L’incertezza del futuro è data anche dal fatto che i cambiamenti portati dalla pandemia sono tanto economici quanto psicologici: quando la psicologia dei consumatori cambia, cambiano le abitudini di acquisto. Per questo il report di Jing Daily enfatizza l’importanza che, nel mondo post-coronavirus, i brand dovranno dare alla comunicazione e interagire con un pubblico più attento all’ambiente e maggiormente provato dalle difficoltà economiche causate dalla pandemia.