5 temi che domineranno l'industria della moda nel 2020 Dal post-streetwear fino alla sostenibilità

Il 2019 è stato l’anno di Lil Nas X e dei cowboy, l’anno in cui Virgil Abloh ha dichiarato la morte dello streetwear, in cui Prada e Dior hanno collaborato con adidas e Nike, in cui Karl Lagerfeld ci ha lasciato e Jennifer Lopez è tornata a indossare il Jungle Dress di Versace. Adesso che il nuovo decennio è iniziato e le fashion week europee hanno dato un’idea della direzione generale in cui l’industria si sta muovendo, abbiamo individuato cinque temi che non solo domineranno il dibattito generale ma che i brand dovranno affrontare per mantenere la propria posizione sul mercato e, più in generale, sulla scena della moda.

 

L’era post-streetwear e il Nuovo Lusso

Più la digitalizzazione influenza il carattere cosmopolita e l'impatto sociale della moda, più i brand devono guardarsi da passi falsi potenzialmente offensivi che potrebbero danneggiarne la reputazione. Nel 2019 Gucci e Burberry hanno dovuto affrontare controversie riguardanti, rispettivamente, un maglione a collo alto che riproduceva una blackface e una hoodie con un cappio intorno al collo. Loewe ha dato scandalo quando un completo a righe commercializzato in una capsule collection è parso a molti troppo simile alla divisa dei prigionieri dei lager nazisti. Di recente è stata Comme des Garçons a doversi scusare per le parrucche con dreadlock che sono state mandate in sfilata a Parigi. Nel futuro nessun brand potrà permettersi anche un solo equivoco su temi che riguardano la discriminazione, la misoginia, l'appropriazione culturale, body shaming & positivty, omofobia e transfobia. A questo proposito la soluzione ideale potrebbe essere l'istituzione di organi interni ai singoli brand formati dai membri di ciascuna community che ne sorveglino l'output creativo prevenendo equivoci mediatici e accrescendo la cultura di diversità e inclusività all'interno dell'ambiente di lavoro.