L'experience di Swatch x BAPE a Tokyo Abbiamo intervistato Billy Choi, CEO di BAPE, e Gonzalo De Cevallos, VP e COO di Swatch

In una città come Tokyo la fonte di ispirazione arriva direttamente dalle strade della città: sature di colori e odori, dove ognuno afferma la propria identità con lo stile in maniera più o meno consapevole, da chi indossa il kimono, ai ragazzini in uniforme scolastica, agli hypebeast di Harajuku.

Tra un viaggio e l'altro a bordo dei van camouflage di Swatch x BAPE, abbiamo avuto l'opportunità di scambiare alcune battute e intervistare Billy Choi, CEO di BAPE, e Gonzalo De Cevallos, VP e COO di Swatch.

Billy Choi

#1 La storia BAPE inizia tra i vicoli di Harajuku e continua fino ad oggi, nel pieno boom mondiale dello streetwear: quanto è difficile rimanere fedeli alle proprie origini e qual è la vostra opinione sull’espansione globale dello streetwear?

Recentemente molti brand hanno cercato di seguire i trend, quando le persone creano qualcosa è normale che altre tentino di fare qualcosa di simile. Ma con BAPE cerchiamo di fare tutto a modo nostro, facciamo quello che vogliamo. Alle volte le persone ci dicono "Siete ripetitivi, usate sempre il camouflage", il che è vero, ma oltre ad usare grafiche simili creiamo anche qualcosa che va oltre i vestiti e le stampe. Per qualcuno si tratta solo di comprare vestiti, ma con BAPE è diverso, c'è una storia dietro a BAPE. 

#2 Come è nata la collaborazione con Swatch? 

Perché Swatch? Perché è uno dei brand di orologi più importanti al mondo, quando ero più giovane io e i miei amici andavamo pazzi per gli orologi Swatch. Perché è successo? Era il momento giusto, collaboriamo con tanti marchi. Ci siamo incontrati per caso e penso che fosse il momento giusto anche per Swatch di collaborare con un brand dal carattere street. Infatti se guardi la storia di Swatch hanno fatto collaborazioni con molti artisti, ma nessuno dall'animo street. 

#3 Che stimoli ha portato lavorare con un brand come questo? In che modo siete riusciti ad armonizzare la vostra estetica con quella di Swatch?

Ovviamente Swatch ha le sue regole e la sua tenacia, quindi alcune volte abbiamo ceduto, altre abbiamo insistito. E' stato un lungo processo, ma entrambi capiamo la cultura dell'altro, e questo si vede nel prodotto finale. Il mio preferito è il modello The World, anche se mi piace quello dedicato a Londra, i colori sono molto forti.

#4 Possiamo aspettarci un modello italiano in futuro? 

Ride - Se ne fanno uno per noi prima o poi! 


Gonzalo De Cevallo


#1 Come è nata questa collaborazione con BAPE? 

Ci siamo incontrati casualmente circa un anno fa, Billy ed io siamo subito andati d'accordo, quindi abbiamo deciso di lavorare a qualcosa insieme. Nel corso degli ultimi dodici mesi i nostri team creativi hanno lavorato duramente, ora il prodotto finale è qui ed è fantastico. E' il risultato del processi creativo di due team diversi con approcci different, ma siamo riusciti a capirci e ad adattarci l'uno all'altro. 
Siamo molto orgogliosi del risultato, mi piacciono molto tutti e sei i modelli, ma lo ammetto, il mio preferito è quello dedicato a Tokyo.  

#2 Che cosa la attrae del mondo streetwear? Quali sono secondo lei i punti forza del movimento?

Quando ci rivolgiamo ai giovani è impossibile non parlare di streetwear: tutto ciò che è importante accade sulla strada. Siamo una grande azienda, ma dobbiamo essere connessi profondamente a tutte le grandi città in giro per il mondo, e l'unico modo per farlo è instaurare una relazione solida con la cultura street, che fa parte della mentalità dei Millennial, e dei giovani in generale. Non potremmo stare al di fuori di questo mondo, altrimenti non saremmo Swatch. 

#3 Swatch ha un legame profondo con il Giappone e la sua estetica innovativa: in che modo ciò si riflette su questa collezione?

Quando vai ad Harajuku, che è il mio posto preferito a Tokyo, hai la sensazione di respirare cultura, vedi molti brand creativi che si trovano in una dimensione molto vicina al design. Qui a Tokyo puoi vedere davvero la mentalità delle persone giapponesi. Credo che questo spirito si rifletta in questi orologi. 

E' una cosa positiva essere ispirati da quello che succede qui, ma ciò non significa che faremo collezioni solo per il Giappone, siamo ovviamente un brand globale, ma alcuni Paesi sono così all'avanguardia dal punto di vista del design che dobbiamo essere presenti su quel territorio. Nel nostro laboratorio creativo abbiamo persone provenienti da ogni parte del mondo, con visioni creative differenti, ed è questa la chiave del successo di Swatch, la sua comunicazione in tutti i Paesi. 

#4 Molto prima di brand come BAPE o Supreme, Swatch ha collaborato con artisti (Keith Harring, Damien Hirst, Vivienne Westwood) per collezioni limitate, diciamo che lo streetwear ha un po’ imitato il vostro metodo. Tra tutte le collezioni passate, ce n’è una a cui sei particolarmente legato?

E' una domanda molto difficile perché li considero tutti parte di me e della famiglia, ma se dovessi sceglierne una sceglierei la collezione del 1998, l'anno in cui sono entrato nell'azienda. Per me è una vera storia d'amore! Tutte le collaborazioni che abbiamo fatto con gli artisti sono fantastiche, ma devo ammettere che quella dello scorso anno con Damien Hirst era veramente di un altro livello. E' andata sold out in pochi minuti in molti Paesi! 

#5 Questa collaborazione segna un momento di svolta per Swatch: che cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro?

Abbiamo un product team molto creativo, riescono a disegnare oltre 400 orologi all'anno, ognuno diverso dall'altro. 
Abbiamo una storia d'amore con l'Italia, e sappiamo che la cosa è reciproca. C'è un progetto molto importante che si svilupperà nei prossimi mesi collegato alla città di Milano e al mondo dell'arte, credo sarà un'ottima opportunità per instaurare un rapporto con la comunità creativa di Milano. Sono sicuro che verrà fuori qualcosa di fantastico! Per ora non posso rivelare altro, ma diciamo che non potrebbe non succedere a Milano.