
Sara Della Mattia Politecnico di Milano
Design della moda, III anno
24 anni
Milano
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
La mia quotidianità è cambiata radicalmente: dallo stare 12-14 ore fuori casa, mi son ritrovata a dover decidere in che giorno della settimana posizionare “l’uscita spesa”, in modo da capire quando avrei preso la mia mezz’ora d’aria. Sono una persona ligia al dovere e rispettosa delle regole, indi per cui negli ultimi due mesi sono uscita di casa davvero poco, più o meno una volta a settimana, soltanto per fare la spesa per me, poiché vivo da sola. Questa “reclusione forzata” mi ha spinto ad organizzare una daily routine che mi permettesse di essere creativa e produttiva, e che mi aiutasse, allo stesso tempo, a non abbattermi a livello psicologico. Non è stato semplice provare ad organizzare la mia vita in un modo così “stabile”, in quanto prima era un succedersi di corse, incontri, cose da fare e metropolitane da prendere. Ora mi sveglio, sempre molto presto, faccio un paio d’ore di esercizi e mi metto subito al computer a lavorare, intervallando queste ore con letture di libri, visioni di film, progetti personali in fase di sviluppo, illustrazioni, chiamate e video-chiamate. Le giornate passano, ma ovviamente non come vorrei davvero.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
La soluzione per sviluppare la propria creatività sta ad ognuno di noi trovarla. Io credo, però, nel mio piccolo, che persone come me non debbano stare mai ferme, né con la testa né con le mani, o rischierebbero davvero di impazzire. Parlando con compagni di università e amici, questo momento si è spesso rivelato per noi pesante, soprattutto a livello mentale, proprio perché abituati a fare, produrre, ricercare, organizzare, progettare, e all'improvviso quasi tutto si è interrotto, o comunque ci è stato chiesto di ri-pianificare la nostra vita in un modo in cui non pensavamo, e non speravamo, di dover fare. Ma la creatività non si ferma, non si è mai fermata: è una piccola pianta da coltivare e curare incessantemente, e sebbene la nostra testa non vada a mille come fino a tre mesi fa, comunque sia gli spunti per farla crescere si possono trovare. Numerose sono, infatti, le iniziative di cinema, case editrici, musei, artisti, che spingono persone come me e tanti altri a non stare in ozio sul divano a guardare il soffitto, ma ad approfondire varie tematiche, con il fine di trarre nuove spunti ed idee.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
La mia paura più grande credo che sia proprio il futuro. Nulla è più certo, tutti i piani a medio-lungo termine che stavamo costruendo e su cui stavamo riflettendo, sono andati in fumo. Piangersi addosso, ovviamente, è l’ultima delle soluzioni, ma spesso è davvero difficile guardare al futuro con positività. Che ne sarà del nostro Paese? Della nostra economia, della nostra cultura, del nostro turismo, delle scuole e delle università? Quando la vita potrà tornare ad avere parvenze di normalità? Sono domande a cui dare una risposta certa è troppo complesso, in quanto tutto è dubbio e fumoso.
Era tanto tempo che non provavo una paura simile, l’incertezza mi spaventa. Avevo dei piani, ed è tanto il timore di non poterli portare avanti. Si vedrà.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Vedo tanto, tanto fumo, tanta incertezza. Son sicura che tutti faremo del nostro meglio per rialzarci, nel nostro piccolo. Dicono che ne usciremo cambiati, ma credo che ciò possa avvenire principalmente a livello personale, psicologico, individuale. Nel collettivo, sicuramente ci saranno dei cambiamenti, ma non credo che saranno radicali. Tutto sarà cambiato dentro di noi, l'importante sarà ricostruire il fuori.